GREEN PASS – trasmutazione in atto

Green Pass - Trasmutazione in atto

GREEN PASS – TRASMUTAZIONE IN ATTO

Stare fuori da ciò che sta accadendo intorno a noi è praticamente impossibile. E il Green Pass, come elemento della trasmutazione in atto, ci tira dentro con particolare efficacia.

Il Green Pass, come ogni elemento su questa terra, è ambivalente e si muove sull’asse della libertà. Produce, nella percezione individuale, movimenti di assenza o di eccesso di libertà a seconda dell’atteggiamento che ognuno di noi ha verso questo simbolo della nuova Era.

Oggi, 13 Agosto, grazie ad un gruppo con cui scambio riflessioni, ho focalizzato la sincronicità presente tra il Green Pass e l’arcano senza nome dei Tarocchi, entrambi espressione di questo processo di profonda trasformazione in atto in ognuno di noi.

Green Pass - Trasmutazione in atto
Dias de los Muertos – Catrin Weltz Stein

Perché Green? Verde come permesso? Sì, è la cosa più facile da pensare, ma il Verde è un colore simbolico del Cuore. Dello spazio dove ognuno di noi trova il punto di bilanciamento tra ciò che può essere e ciò che non può essere. Uno spazio che si costruisce giorno per giorno attraverso le nostre scelte quotidiane piccole e grandi. Uno spazio di libertà che si crea grazie al dono del libero arbitrio. Uno spazio che è profondamente legato all’Amore che proviamo per noi stessi.

Qualsiasi cosa si faccia, a prescindere dalla nostra intenzione, ha un rovescio della medaglia che si mette immediatamente in gioco, in questo meraviglioso concetto di ricerca dell’Armonia tramite il conflitto che ci tiene in opera all’interno di questa dimensione terrena. E il Green Pass non sfugge a questa legge, a prescindere dalle intenzioni di chi l’ha creato.

Pertanto risuoniamo con l’uno o l’altro aspetto. Ma tutto questo ci mette a confronto con la famosa domanda “Dove sei?“. E da lì, quello che scaturisce in termini emotivi, ci aiuta a trovare la risposta.

Amare la propria oscurità

Il segreto per trovare la risposta è in un paradosso. Si tratta di catapultarsi dalla parte opposta ed osservare il movimento tra i due estremi. Ascoltando chiaramente le obiezioni ma anche le motivazioni, le logiche sottostanti ma anche le irrazionalità, producendo un allargamento del proprio campo di informazioni. Con l’obiettivo di trovare un nuovo punto di equilibrio, una sintesi più alta, frutto della conciliazione tra le parti.

“Si diventa ciò che accade nel mezzo”

Jung da una lettera a Bohler, 1956

Un lavoro immane che contempla l’accettazione dell’altro da noi. In un movimento totalmente contrario al divide (et impera) che ci viene proposto da ogni parte. Perché l’altro è sempre, anche, un pezzo di noi che ci permette di considerare un aspetto nascosto nella nostra ombra.

Questo meccanismo della dualità emerge con una tale evidenza che solo l’accettazione della sua importanza nel nostro processo di crescita può permetterci una integrazione degli aspetti in conflitto con ciò a cui decidiamo di aderire. Da questa accettazione va eliminata ogni idea di ambiguità, ignavia e vigliaccheria che, abilmente, vengono proposte dal mainstream, dalla pubblicità, dalla politica e da tutto ciò che ha interesse a frammentarci a scopi di controllo.

D’altra parte se invece di essere un diamante dalle mille sfaccettature, fossimo una sola sfaccettatura sarebbe più facile manipolarci, non è vero?

La disidentificazione come via

La sicurezza è importante così come il riconoscimento in qualcosa di stabile è un’esigenza ancestrale della nostra psiche. La quale, pur di soddisfarla, è capace di inventare maschere precise e dettagliate che indossiamo automaticamente ad ogni precisa richiesta della nostra mente. E allora possiamo essere la brava mamma, l’imprenditore affermato, la femme fatale, la scapestrata, la vittima, la derelitta e così via.

Maschere, maschere, maschere.

Tratti di personalità che si addensano intorno ad esperienze della nostra vita costruendo tratti caratteriali ai quali attribuiamo la Verità di chi siamo. È interessante sapere che siamo anche l’opposto da qualche parte dentro di noi, ma che non abbiamo il coraggio di dircelo. E che la chiusura a questa prospettiva offre il fianco alla divisione che il Green Pass sta operando nelle nostre vite, con un carico di odio veramente inusuale se riferito al solo simbolo.

Segno evidente di qualcosa che si agita nel profondo e che cerca una via per poter venire a galla.

L’arcano senza nome

Le maschere vanno riconosciute ed integrate. Operando tagli interiori od esteriori per staccarci dalla sovrapposizione con esse. Distacchi che portano dolore e fatica. Processi di metamorfosi e cambiamento che, necessariamente, tutti viviamo in molti punti della nostra esistenza e che cozzano con il bisogno di stabilità e certezze.

Nell’arcano senza nome la rabbia è una delle parole chiave. Segnala il carico energetico necessario a mettere in atto i tagli del processo di disidentificazione da noi stessi. La rabbia ha caratteristiche propriamente maschili: velocità, intensità ed estroversione.

Un’altra parola chiave dell’arcano senza nome è la paura, l’altra faccia dell’energia compressa che apparentemente ci blocca nel processo di trasformazione. Anch’essa genera un carico energetico che in maniera diversa, femminile, e quindi più lenta, profonda e silenziosa, porterà allo stesso processo di distacco.

Siamo energia incarnata in una dimensione materiale e non possiamo esimerci dalla regola di trasformazione che l’energia porta con sé.

Questa regola in mancanza di consapevolezza si attiva con la rabbia o la paura. Gli inevitabili rilasci che produce nella dimensione della materia sono di conseguenza carichi di scorie negative. Perché se agiamo con gli automatismi delle maschere non stiamo operando libere scelte. Ci sentiamo usati e agiti. E in qualche modo lo siamo veramente.

In una parola, la morte, in tutte le sue forme, è necessaria. E intorno a noi, anche Madre Terra, con i cambiamenti climatici e gli alberi secolari che bruciano, ci racconta di un suo personale processo di trasformazione. Camminiamo accanto, in una nuova forma che non conosciamo, ma che non possiamo evitare.

E allora, ha più senso collaborare, operando consapevolmente movimenti nella direzione del distacco e della trasmutazione.

L’Hermite

Nei Tarocchi la complementare, cioè l’integrazione dell’Arcano senza nome, la carta n. XIII, è l’Hermite, l’Eremita, la carta n. 9. L’Eremita, anche nel nome, è una carta che parla di solitudine.

Il 9 è un numero che rappresenta il ritorno dal multiplo all’unità, il compimento di un ciclo, che segna la trasposizione su un nuovo piano. È un numero legato alla libertà che il compimento di un ciclo rappresenta.

Viene subito da pensare che il processo di disgregazione è un processo che si compie in solitudine. Questa immagine ci riempie di angoscia, ci parla di vuoto. E non siamo pronti, no, non lo siamo Questo vuoto non lo vogliamo. E ci riempiamo di tutto, l’importante è che il vuoto sia lontano da noi.

Poi arriva il Covid. E ci porta nel vuoto. Che lo vogliamo oppure no. La solitudine emerge e si para dinanzi a noi. E ci troviamo soli.

Solo: che sta da se, che non è accompagnato da altri. Unico. Che da per se, forma un tutto, un intiero.

La nostra unicità può emergere solo ritirandoci in noi stessi ed operando quei tagli necessari dalle maschere nelle quali ci siamo identificati.

Nessuno dice che è un processo facile. Tutti, da sempre, dicono che è un processo necessario. Forse bisognerebbe dire grazie a questa solitudine.

La velocità e l’Amore

Green Pass - Trasmutazione in atto
Heart – Christian Schloe

Nella mia esperienza di supporto a chi si trova in un questi processi di cambiamento, il dato che emerge prepotente è la velocità con la quale il processo si muove. La quantità di energia che è messa in gioco non ha paragoni con quella di pochi anni fa.

Il movimento è vorticoso, destabilizzante e potente. Attiva demoni interiori facendo emergere paure profonde in una modalità che sembra impossibile sostenere.

L’unica via da seguire è il Cuore, il Green Pass interiore.

Avere profonda fiducia nel processo che stiamo vivendo, chiedendo aiuto e sostegno a tutte quelle parti di noi che sono attive già da tempo, in attesa del nostro risveglio. Angeli, Guide, Santi, Maestri, Maria. Chi vuoi, basta che sia con te.

Nell’idea di solitudine non siamo affatto soli. Ma l’unico modo che abbiamo di accorgerci di questo È essere soli. Non confonderci con l’esterno, affrontare le nostre paure e nel momento della difficoltà sentire che la lanterna dell’Eremita ha trovato la via.

Attraverso piccoli segni, sogni, parole, immagini e odori che ci arrivano dal vuoto, senza un nesso logico. Segni che sono le parole di chi ci Ama.

L’Amore guida l’evoluzione null’altro. E se i mezzi che usa ci sembrano paradossali e in contraddizione con quello che ci hanno insegnato sull’Amore proviamo a chiederci quanto di quello che conosciamo sull’Amore ci ha sostenuto fin d’ora. Forse riusciremo a vedere i compromessi, i ricatti emotivi, le rinunce e le false sicurezze che distorti concetti d’Amore hanno prodotto in noi.

E potremmo creare una nuova frequenza d’Amore che grazie al profondo ed onesto lavoro di ognuno di noi, costruirà una nuova Realtà.

Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e orienta me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen

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