Il dolore nelle ferite emotive e il coraggio

Dolore nelle ferite emotive

Il dolore nelle ferite emotive e il coraggio

Rientro ora da una trasferta in Svizzera. Fatta con l’obiettivo di trovare nuove possibilità di integrazione del dolore delle ferite emotive attraverso il corpo.
Durante questa trasferta ho vissuto delle pratiche per orientarmi ancora meglio. E sono venuta a contatto con tanti cuori.

In ognuno di questi cuori c’era un profondo desiderio di contatto con l’altro. Contatto che ci concediamo spesso solo all’interno di spazi protetti di lavoro, con persone che seguono le nostre stesse inclinazioni, consapevoli che all’uscita da quei lavori, da quel seminario, da quel corso, dovremo confrontarci di nuovo con una realtà esterna che continuerà a portarci gli stessi messaggi di separazione e paura.

Anch’io sono passata attraverso questo problema. E ricorrevo sempre più spesso a questi incontri. Alla fine mi sono resa conto che quello che cambiava dentro di me era l’ego, che si era appropriato di questa modalità ergendosi a migliore. Peccato però sempre e comunque separato dall’altro.

Per fortuna che la Vita non si fa imbrogliare dalla mente e il dolore, sempre più diffuso, ha continuato a muoversi dentro di me, e mi rendevo conto che nella sostanza nulla migliorava. 
Solo in quegli spazi vivevo momenti di connessione e serenità. Fuori tutto era più o meno uguale. Quegli incontri erano diventati una droga.

Non era la mia strada e da dentro, grazie ad alcuni di quei lavori, è sorta l’umiltà di riconoscere che il percorso di integrazione non può avere un inizio ed una fine, come in un percorso lineare. È invece, un percorso a spirale dove è necessario constatare l’uscita “reale” da alcuni meccanismi, per procedere oltre e ad altri livelli nel lavoro di integrazione delle ombre e di evoluzione.

La domanda che devi farti è: “Perchè nonostante il lavoro che sto facendo non cambia nulla? Perchè continuo a incontrare le stesse persone? Perchè continuo a sentire questo disagio?” Se stai lavorando nella direzione giusta per integrare il dolore delle ferite emotive, i segnali arrivano nei momenti più inaspettati. Intuizioni che ti illuminano e ti spostano da quell’ombra nella quale sei stata tanto tempo. Un passo più in là, oltre, verso la Luce che ti appartiene e che in quell’attimo è estremamente chiara.

Se queste risposte non arrivano dopo un po’ che lavori, devi domandarti se il percorso che stai facendo è quello giusto, se non stai usando quella tecnica o quel “credo” per coprire ciò che non vuoi affrontare. È vero che nella Vita tutto serve, ma abbiamo, soprattutto ora, la facoltà di muovere il timone in una direzione migliore e più aderente a ciò che la nostra Anima vuole raggiungere. È un lavoro di collaborazione tra la nostra personalità e la nostra Anima. E i frutti ci sono, quando la collaborazione è reale.

Certo ci vuole coraggio. Il coraggio di volersi bene e di smetterla di trovare scuse per non lavorare veramente su di sè. Nessuno ha mai detto che integrare i propri dolori, le proprie ombre sia facile. Ma ciò che non viene integrato si diffonderà nel corpo e nello spirito. 
E tutto ciò che perde forma sarà più difficile da scovare.

Stefania Paradiso

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