LA PRIMAVERA E IL CICLO
Mi sveglio stamattina con una pulsione ineludibile a scrivere. Apro la carta natale chiedendomi quale energia mi stia spingendo. Aspetti e transiti su Luna e nodi si rivelano e mi spiegano in questo inizio di primavera e di un ciclo che ricomincia.
Nodi astrologici
In astrologia i nodi sono spesso temuti. Definiscono un orizzonte al di sopra di noi, collettivo e determinante per quella nota di fondo che ci accompagna nel nostro percorso evolutivo.
Il nodo karmico, il nodo Sud, portatore di debiti accumulati in altre esistenze, viene visto come un ostacolo insuperabile e la causa di molte delle nostre sventure. Al contrario il nodo dharmico, il nodo Nord, rimane una meta mitica, possibile solo per i più coraggiosi.
In realtà i nodi sono un mega ingranaggio del nostro sistema energetico. Qualcosa che muove continuamente all’azione, che ci ri-orienta continuamente verso mete con le quali contribuiamo, in particolare, al movimento dell’Anima collettiva.
La presenza dei nodi in una specifica coppia di segni opposti, come il lavoro dei Nodi richiede, definisce un trend energetico che il soggetto “mondo” tende a seguire per il periodo di tempo in cui i nodi permangono in quell’energia, cioè 18 mesi.
Dal 18 gennaio 2022, i nodi sono transitati dall’asse nord/sud Gemelli-Sagittario, asse deputato al pensiero, alla comunicazione e alla scoperta, nell’asse Toro/Scorpione, rivolto a sicurezze, possessi, potere.
Tre parole che mi sembrano sufficientemente esaustive della piega energetica che hanno preso gli eventi.

Karma e Dharma
Il nodo Sud in Scorpione è un nodo faticoso, perché mette a contatto con le paure più profonde, con quegli accumuli energetici derivanti da esperienze nelle quali, la paura della morte e della perdita, ci ha indotto ad azioni delle quali, razionalmente, ci vergogneremo profondamente.
Nel disegno perfetto dell’Universo quelle esperienze avevano senso. Per la nostra incapacità di comprendere, per il nostro livello di coscienza, per la paura e la vulnerabilità che caratterizza la nostra parte umana e necessaria a tutto il processo.
In due parole direi che il karma più che da temere è da comprendere e lavorare. In questo modo rendiamo utile ciò che alla mente sembra solo disonorevole.
Il lavoro sui nodi è letteralmente un lavoro di scioglimento per liberare energia. In questo periodo il nodo in Scorpione porterà a galla le nostre paure per lavorarle e liberare quell’energia.
Energia bloccata in nodi derivanti da esperienze passate quando parliamo di karma. Energia bloccata in potenziali non riconosciuti quando parliamo di dharma.
Per la legge di bilanciamento che regola il nostro Universo il movimento tra il passato e il futuro è, nei nodi astrologici come in tutte gli elementi relazionati tra loro, bilanciato. Man mano che sciolgo nodi karmici, attivo nodi dharmici. Da qui l’importanza di cogliere l’occasione di trasmutazione che l’Universo ci sta donando.
Luna in Scorpione ed equinozio di Primavera
Pochi minuti dopo l’equinozio di Primavera (il 20 marzo alle 16,33) la Luna è entrata nel segno dello Scorpione e, proprio questa mattina si è unita al nodo Sud, intensificando le percezioni legate al significato profondo e inconscio del segno.
Per me tutto ruota intorno al concetto di morte e alla capacità di chiudere i cicli.
Una dimensione perfettamente agita e compresa a livello razionale ma, a quanto pare, meno a livello emotivo.
Ho due genitori anziani. Sono fortunata ad averli e in questo momento sono particolarmente accanto a loro per una serie di eventi. Non è stato sempre così ed è un’esperienza diversa.
Mi rendo conto che la vita mi sta accompagnando dentro il mio nodo in Scorpione. Mi sta dando la possibilità di guardare all’interno di esso, scoprendo i fantasmi e i diamanti che ha in serbo per me. E tutto questo lo comprendo guardando le mani ossute di mio padre e la sua stanchezza, le rughe di mia madre e la sua energia teneramente indomita, il loro proteggersi a vicenda consapevoli di un ciclo che ha già fatto gran parte del suo corso.
Guardo tutto questo con un distacco pratico che cela un mondo di emozioni non dette. Il mio nodo in Scorpione non fa sconti e intensifica le esperienze con loro in modo che io non possa, nell’uso funzionale del distacco quotidiano, esimermi dal guardare in faccia la paura del distacco.
Interessante vero? Ciò che utilizzo come strumento contiene in sé la paura del suo effetto. La vita, come l’amore è una cosa semplice. Se abbiamo il coraggio di dirci la Verità.
Il ciclo
La coincidenza tra l’equinozio e la Luna in Scorpione è un dono del Cielo.
La primavera risveglia ogni cosa ricordandoci la bellezza e la potenza degli inizi. Ci inebriamo di tutti i fiori, del cielo azzurro, delle margherite, degli uccelli che costruiscono nidi, di quel senso di risveglio che ci scorre in tutto il corpo. Felici ringraziamo e immaginiamo le giornate e a venire piene di questa energia.
La Luna in Scorpione ci svela un’altra verità. Ci ricorda da dove siamo arrivati. Chiudo gli occhi e vedo la pioggia dietro le finestre, il cielo più grigio, gli alberi spogli e il prato senza fiori. Ricordo la malinconia e l’attesa del sole dietro quelle nubi. Dimentica di tutto ciò che sotto il suolo sta avvenendo.
Accanto a questa immagine si stagliano i volti di mio padre e di mia madre. Muti testimoni del ciclo della vita. E il mio cuore si stringe all’idea del movimento dei cicli e del suo punto di conclusione.
Il nodo in Scorpione ci parla di fine, di Morte, di cambiamenti necessari per evitare la cristallizzazione e la stagnazione. Ci obbliga a guardare in faccia un elemento indispensabile alla Vita. Cercandone il significato profondo per poterla amare.
Amare la fine come si amano gli inizi, ricordando che entrambi sono necessari per dare senso a ciò che scorre nel mezzo.
Sento che questa è la frase che il cielo ha per me questa mattina. Per una come me, che di inizi e fine ne ha visti così tanti, da non ricordare più quante vite ha vissuto, tutto questo sembra un paradosso. Ma so che non lo è.
È cosi facile raccontarsi la versione che più ci aiuta a non guardare dove la Vita ci chiede di orientare lo sguardo. Ma sappiamo anche, e questi nodi ce lo ricordano, che tutto ciò che non ha fondamenta reali dentro di noi, è destinato a crollare. E allora sia benedetto il nodo Nord in Toro che ci spinge a cercare dentro di noi sicurezze e affidamenti che come chiglie potenti, terranno a galla la nostra barca in ogni tempesta.
La Primavera
Il Toro è il segno dell’esplosione della primavera. La festa di Beltane è una festa celtica caratterizzata da fuoco e gioia. E il Toro è Madre Natura, è Madre Terra. È quel senso di solidità e permanenza che solo il ciclo può darci. Perché la ciclicità è l’essenza di ciò che siamo.
Processi in divenire, dove possiamo vedere l’inizio e la fine, lo scorrere nel mezzo, l’apice della curva e il suo declino. Dove ogni momento ci consente l’entrata nel momento successivo in una oscillazione di energie che accompagnano sapientemente il movimento stesso.
Questo è il dono di questa congiunzione.
Godere dell’inizio perché c’è stata una fine. Che ha liberato un’energia che, concluso il suo processo, ha bisogno di essere trasformata per poter rientrare nel ciclo della Vita.
Abbiamo bisogno, ora più che mai di ricontattare il concetto di morte in senso alto. Di uscire dall’illusione di una immortalità inutile, oltre che impossibile, al nostro livello esistenziale e tornare ad una visione del ciclo della vita più reale e naturale. Siamo intossicati e onnubilati da desideri di permanenza che ci rendono ridicoli e fuori tempo.
E ci impediscono di vivere realmente.
Vittorio
Mentre scrivo penso ad un caro amico che ha concluso il suo ciclo pochi giorni fa aprendo alla primavera della sua anima.
Seduta, nel silenzio del saluto, ho preso un libro e ho aperto a caso. Il suo sguardo sorridente è apparso dietro queste parole.
Fa Luce. E non voltarti indietro.
Chi più della Natura ci insegna questo? La linearità del tempo, che definisce la curva della nostra vita, è una necessità della mente. Ma se riuscissi a mettere uno sull’altro, tutti i ricordi delle primavere vissute, mi accorgerei che ogni cosa si fonde in un’unico ciclo che riassume in sé la parola Vita con le miriadi di sfumature che essa può assumere.
Me ne accorgo dalle foto dei fiori che ogni primavera scatto. Non c’è differenza tra una fioritura e l’altra. Solo la meraviglia del miracolo che ogni volta si ripropone davanti ai miei occhi.
Per questo è importante non voltarsi indietro e coltivare la presenza dell’attimo.
In questo atteggiamento di accoglienza e presenza, posso guardare il volto dei miei genitori. Cogliere il dono che questo momento mi porta cullando quell’emozione potente che mi ricorda la presenza del ciclo. Onorare la mia tristezza e la dolcezza che produce. E ricordare che in ogni atto, in ogni momento, posso trasmutare la paura della morte che ORA NON C’È, nella gioia della Vita che ORA È QUI CON ME.
Grazie a Madre Terra, alla Vita e a sorella Morte.
Qui potete scaricare un illuminante ed esaustivo articolo di Vittorio sul tema della morte.
Grazie sempre caro Vittorio.