La ricerca della felicità è un film del 2006 di Gabriele Muccino con Will Smith. Non solo. La ricerca della felicità è una urgenza dell’essere umano. Quella che ci guida attraverso la vita, così contraddittoria e faticosa e altrettanto meravigliosa e leggera.
La ricerca della felicità è uno stato interiore, una predisposizione dell’essere umano a ricongiungersi ad uno stato che tutti sentiamo come una nostalgia. Così è qualcosa che sai esistere da qualche parte dentro di te, che sai essere tuo per diritto di nascita e che ti sfugge continuamente dalle mani.
Il motivo per cui è sempre lì a un passo da te esiste, ma adesso vorrei condividere alcune riflessioni, che sperano possano aiutarti a fare un po’ di luce.
I mattoni della felicità
C’è tanta letteratura sull’argomento, molte informazioni utili che possono aiutarti a riflettere sull’argomento perché è anche importante conoscere. Però la vita è già una grande enciclopedia e porsi come osservatori di quello che ti accade, può aiutarti a comprendere molto di più di tanti libri.
Intanto perché ognuno di noi ha la sua felicità. Proprio così, ognuno è felice a modo suo e questo già di per se sarebbe una grande scoperta. Eppure continui a confrontare la tua felicità con quella degli altri intorno a te, sminuendo ciò che già hai o, al contrario enfatizzando piccole cose che prima o poi ti deluderanno, non riuscendo a soddisfare le tue aspettative.
Siamo tutti unici e diversi e questo ti fa capire come l’unico modo di capire dove sei felice è ascoltarti.
Come ci si ascolta?
Ci sono tanti modi per farlo, ma chissà quante volte l’avrai già fatto senza accorgertene. Guardi un tramonto e ti perdi nei suoi colori. Guardi tuo figlio e ti perdi nelle sue manine che ti cercano. Guardi una montagna e ti perdi nelle sue altezze. Guardi un bosco e ti perdi nella sua maestosità. Bevi una birra con i tuoi amici e ti perdi nella comunione di quel momento. Entri nella tua azienda e ti perdi nella soddisfazione di ciò che hai costruito.
Ecco, tanti piccoli esempi che hanno una parola in comune. Ti perdi. Perdersi è una condizione indispensabile per trovarsi. Vuol dire uscire da te, alla ricerca della felicità. Vuol dire avventurarti in territori dove non sai cosa troverai, ma dove questo ti permetterà di scoprire cose nuove di te. Cose che non sapevi. E che ora hai bisogno di conoscere.
C’è una parte di te continuamente tesa alla scoperta delle meraviglie dell’incarnazione. Una parte che non vede l’ora di mettersi in gioco e sperimentare attraverso la Vita. E alla fine è questa la felicità. Non rinunciare mai a scoprire chi sei.
È vero. Ci hai messo così tanto a definirti. Hai speso una vita per essere un buon figlio, una buona moglie, un buon marito, un buon genitore, un bravo lavoratore, una persona seria, qualcuno che la società riconosce e accetta.
Ma, restando dove sei, in quello schema che ti definisce e che a volte senti stretto, non andrai verso la felicità. Però, magari, continuando a muoverti all’interno di quella stanza nella quale ti sei rifugiato e nella quale tanti specchi rimandano sempre e solo una parte di te, prima o poi sentirai il desiderio di cercare una chiave per uscire e andare alla ricerca della felicità.