LUNA NUOVA IN CANCRO – ESSERE MADRE

Luna nuova in Cancro

Questa Luna nuova in Cancro apre in me uno spazio di riflessione profonda attorno alla parola Madre.

Si muove nello spazio del cambio dei nodi Ariete/Bilancia, uno spazio che punta l’attenzione sul processo individuativo, come priorità da seguire, per l’integrazione degli spazi della coscienza amplificata. Uno spazio di forza e di energia che si apre davanti a noi per i prossimi 18 mesi. Non senza conflitti e tagli necessari.

Un potente richiamo alla definizione dell’Io e alla sua strutturazione. Tappa indispensabile per governare l’unione delle parti, sia che si parli di relazione affettiva, che di relazione intrapsichica al nostro interno.

Il Cancro porta espresso nel suo glifo il concetto di simbiosi.

La prima simbiosi che sperimentiamo come esseri umani è quella con la madre.

Una simbiosi perfetta nella in-coscienza del bambino. Perfetta perché è il tramite della vita. La simbiosi che ci accompagna nel mondo e che ci dà la forma necessaria per poterlo abitare.

Una simbiosi che si basa sul processo vitale, sul nutrimento, sulla percezione immodificabile che è attraverso quello spazio che veniamo al mondo per portare avanti il nostro progetto d’anima.

Una simbiosi che diventa un patto, un ricordo, un pegno, un debito, un dono.

A seconda dei casi.

Potremmo desiderare qualcosa di diverso una volta nati? Potremmo desiderare la “solitudine” come dimensione esistenziale, intendendo con questa parola la separazione dall’altro?

Ovvio che no.

La simbiosi e l’inganno

Eppure molti di noi hanno riletto questa simbiosi come un inganno già nelle prime fasi dell’esperienza cosciente. In tutti in quei momenti in cui, la madre, separata dal bambino, ha agito nei suoi confronti scelte tarate sul proprio stato di coscienza e sulla propria capacità affettiva. In proporzione alla propria età evolutiva e al cammino della sua anima, certo. Ma vallo a spiegare a quel bambino…

Nella percezione dell’inganno che accompagna molti di noi nel processo evolutivo, come esperienza necessaria allo sviluppo dell’autonomia, questi comportamenti materni sono percepiti come incompatibili con quella situazione iniziale di simbiosi che, nello stato di in-coscienza, è impressa sulla nostra pelle.

In conseguenza di questo imprinting passiamo molta parte della nostra vita a cercare di dare un senso a quella contraddizione interiore che emerge dai fatti, dai comportamenti. A quella sensazione interiore che si scontra con la visione infantile simbiotica che ancora conserviamo, e cerchiamo, dentro di noi.

Passiamo molto tempo, spesso troppo, a cercare di dare senso a una realtà che ci sposta da una sana rabbia all’abnegazione dei nostri diritti di bambino, nella speranza di ricreare quel punto zero sul quale abbiamo basato molte delle visioni del mondo che desideravamo.

La maternità inconsapevole

Ci sono donne che sono diventate madri, ma non lo hanno scelto.

Lo hanno fatto per convenzione, necessità, perché così fan tutti, perché era scritto nell’ordine delle cose da fare, perché dava uno status, un ruolo, un riconoscimento all’interno del contratto stipulato.

In tutte queste forme involontarie, alla fine la scelta la fa l’anima. Nel tentativo e nella necessità di creare un’esperienza di fusione e di empatia indispensabile al processo evolutivo. Siamo coscienti però, che nei processi evolutivi, poco avviene in modo lineare.

Pertanto, e purtroppo, è facile divenire, il capro espiatorio di una mancata realizzazione che la personalità della madre percepisce come qualcosa che è stato sottratto da colui o colei che, in qualità di figlio/figlia, ha richiesto spazio e tempo alla sua vita.

Essendo questa constatazione incompatibile con il modello formale della madre, è necessario strutturare, intorno al figlio/figlia, una sequenza di motivazioni e verità (?) probante la reazione avversa all’esperienza materna, così da salvare il proprio ruolo agli occhi del mondo, trovare un colpevole al proprio comportamento e allo stesso tempo scaricare la frustrazione.

Come in tutte le vicende di relazione, la risonanza del figlio sarà con la struttura difettosa, che da qualche parte si percepisce come vera, visto che proviene da colei con cui si è vissuto l’imprinting simbiotico, di per sé simbolo di accudimento e cura. Con inevitabili distorsioni nella percezione di sé e della propria realtà.

La soluzione e la Luna in Cancro

Come mettere d’accordo queste opposte visioni?

Sono entrambe ineccepibili dal punto di vista dell’anima che ha i suoi motivi per agire.

Lo sono molto meno dal punto di vista delle domande che ci facciamo rispetto al tradimento dell’imprinting simbiotico della gestazione. E delle domande che non si fa una madre incapace di vedere, accettare e trasformare il sentimento di rivalsa e frustrazione che un figlio crea dentro di lei.

Con inevitabili schemi di vittima/carnefice dove, a prescindere da quale ruolo si impersona, si è sempre nel vizio di forma dei ruoli e di sostanza della relazione.

Questa Luna nuova in Cancro offre, nella generosità del cielo che sempre ci accompagna, una possibile soluzione. E la troviamo nella connessione a due madri dello Zodiaco.

Haumea ed Eris.

Nell’astrologia quantistica Haumea è la madre divina mentre Eris è la madre terra.

La prima, Haumea, è congiunta al nodo sud in Bilancia ed evidenzia l’aspetto della forma, del ruolo, la necessità di un’immagine da conservare e difendere. Ci ricorda l’inganno del modello della Madre perfetta che genera nelle madri stesse aspettative irrealizzabili, in nome delle quali si possono muovere molte ombre che trovano terreno fertile nell’aggancio al modello teorico (lo faccio per te, io so cosa è giusto per te…).

La seconda, Eris, è congiunta al nodo nord in Ariete ed evidenzia la sostanza, la necessità della vita di viversi e di agire secondo principi di espansione e conquista. Ci ricorda che ognuno di noi è attore e protagonista della propria esistenza. E che i riti iniziatici di separazione, antichi quanto il mondo stesso, hanno da sempre senso. Anche, e soprattutto, a scapito di territori già occupati dalla forma.

E’ tempo di seminare la propria madre interiore separandoci dalla simbiosi fagocitante e irrealizzabile.

Sviluppare una madre interiore che non chiede pegno rispetto alla nascita perché è parte integrante del nostro processo di individuazione. Una parte di noi che esprime le qualità del nutrimento, dell’accoglienza, dell’empatia all’interno dello spazio della simbiosi con ciò che siamo, nel riconoscimento autentico del nostro stato dell’arte, senza ancorarsi a passati da smaltire o futuri da pretendere.

Il seme del distacco

Un seme del distacco da piantare in questa Luna nuova in Cancro, da chi, naturalmente, dovrebbe lasciarci andare alla nostra esperienza di vita e non considerarci merce di scambio per le proprie frustrazioni o fallimenti.

Un atto di separazione netto e doveroso tra Colei che ci ha messo al mondo, e che ringraziamo per questo, e colei che, in virtù di questo passaggio ci considera sua proprietà.

Un seme del distacco da piantare per quella parte di noi che in nome di quella simbiosi accogliente e rassicurante, rinuncia alla conquista del proprio spazio e del proprio territorio, accampando motivazioni conformiste e tradizionali che nascondono solo l’incapacità di appropriarsi del diritto alla propria esistenza.

E difficile lo so. C’è amarezza, tristezza, la perdita della speranza dell’happy end, sostenuto dal modello culturale, che non ci sarà nel nostro attuale spazio esperienziale. Ma così E’. Altrimenti non ci saremmo scelti una madre così.

E’ solo attraverso lo sviluppo della propria maternità interiore che si può costruire lo spazio dell’adulto, indispensabile ad una sana relazione con il noi, qualunque sia lo spazio del noi a cui aspiriamo. Spazio di relazione con l’altro o spazio di relazione interiore.

Luna nuova in Cancro nella casa delle relazioni

E il cielo è sempre perfetto nelle sue riflessioni. La Luna nuova si forma alle nostre latitudini, così intrise del modello simbiotico disfunzionale, nella settima casa. La casa della Bilancia e del noi.

E, da questa posizione, la Luna si oppone, al grado, in prima casa, la casa dell’Io, ad un’ascendente Capricorno, espressione di una individualità che trasforma la solitudine in opportunità di realizzazione personale.

Entro nel ventre di me stessa e, in mezzo al mare che simboleggia la mia gestazione personale, nutro il mio Io con Amore e Rispetto, gravida di tutto il potenziale che si esprimerà libero e individuato nella Luna piena in Acquario.

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