Questa Luna nuova in Scorpione arriva silenziosa.
Come si addice a questo segno maestro.
Nella densità del silenzio che porta emerge una porta di comprensione che si chiama Libertà.
Libertà che fa rima con Verità.
I gatti maestri di libertà
Ancora una volta i miei amati gatti sono lì, come saggi maestri, a darmi lezioni di Vita.
E lo fanno sempre direttamente, portando emozioni dalle quali è difficile sottrarmi nonostante tutti i tentativi della mia razionalità.
Lo spazio che amministrano con me è, ancora una volta, lo spazio della libertà.
La libertà, concessa all’altro, di scegliere dove stare.
La libertà di viversi una vita che a me può non piacere e che mi porta a pensare che questa sensazione sia giusta anche per l’altra parte.
Io non lo so che cos’è meglio o peggio per l’altro. Non lo sa nessuno.
Non possiamo saperlo perché non abitiamo il suo mondo, la sua esperienza d’anima, il suo piano di lavoro e non conosciamo nulla delle esperienze che la vita ha in serbo per lui o per lei.
Eppure, con il cuore gonfio di buoni propositi, ci apprestiamo nel ruolo di guide che, dall’alto della loro esperienza e del loro sapere dispensano consigli e visioni, a definire territori e azioni che, sempre a nostro avviso, miglioreranno la situazione attuale.
Poi, spesso, la vita ci sconfessa.
La luna nuova in Scorpione semina ombre nei nostri immaginativi orizzonti rosei, negli happy end della via immaginata per l’altro.
La Papessa e il Papa
Papessa e Papa sono due figure fondamentali nei tarocchi perché simbolicamente costituiscono la guida in quello spazio del materno e del paterno che tutti, inevitabilmente, confondiamo con lo sguardo del Divino e il suo abbraccio.
Essere genitori, in ogni senso prendendosi cura dell’altro, è la cosa più difficile del mondo.
La responsabilità del ruolo, il desiderio di bene, la componente emotiva e, non certo ultima, la paura creano un mix di comportamenti che agiscono sull’altro influenzandone il vissuto.
Altro che, gerarchicamente inferiore, si affida al nostro movimento, seguendolo.
Quando ci accorgiamo che le nostre azioni sono state mosse dai nostri vissuti personali e che abbiamo, certo inconsapevolmente, trascurato le vere esigenze di chi ci stava di fronte, emerge un senso di dolore e di impotenza al tempo stesso.
Una sensazione il più delle volte insostenibile dalla quale ci allontaniamo, potenziando le motivazioni sulla base delle quali abbiamo agito.
Il passaggio è riconoscere che anche le migliori intenzioni hanno, sempre e inevitabilmente in sé, un seme di errore.
Seme che deriva dalla mancanza di equilibrio e chiarezza nella funzione di guida.
Il Papa: la Guida
La guida è colui che ti accompagna a conoscere te stesso.
Che fa da Ponte dentro di te fra ciò che sai e ciò che ancora non sai. Fra ciò che sei ora e ciò che sarai.
Creando lo spazio perché tu possa elaborare, direttamente e nelle tue possibilità, una via alternativa, uno spazio altro da percorrere.
Una via che agli occhi della guida, per definizione, è spesso debole, perdente, inferiore alle reali possibilità dell’altro.
Ma qui l’errore è confondere la parola reali con la parola potenziali.
Come un seme che ha bisogno del suo tempo per germogliare, la guida deve custodire, attenzionare, nutrire quanto basta perché quel seme sviluppi, o meno, il suo germoglio.
Attendendo il tempo necessario, perché quel germoglio sviluppi sufficiente forza e autonomia per procedere nel suo cammino.
La Papessa: il Contenitore
Qui entra in gioco La Papessa, complemento indispensabile e necessario del Papa.
Quella funzione di contenitore, che il suo archetipo porta, è la capacità di accogliere il campo d’azione dell’altro e del limite che appare ai nostri occhi.
Una capacità di stare, per produrre quello spazio di empatia e di amorevolezza che è distacco dal giudizio dell’azione altrui.
Uno spazio che richiede un grande contenitore, cioè un grande Cuore, per accogliere tutto il dolore che il limite del processo evolutivo manifesta.
In tutto questo movimento, con al centro l’altro, entra in gioco la libertà stessa della guida. Libertà che trova spazio ed espressione condizionata, nel livello di coscienza delle proprie ombre e delle proprie dinamiche.
Coscienza che ha la funzione di mantenere la giusta distanza emotiva dall’altro, per poter decidere dove stare in quella relazione.
Precisamente in quale punto della relazione.
Il confine e il rispetto della libertà
Il confine è uno spazio sacro e le motivazioni che lo fanno superare, invadendo il campo d’azione dell’altro, sono sempre ottimi spunti di riflessione per la propria crescita personale.
Nello specifico dell’esperienza che ho vissuto, il mio desiderio di dare una vita migliore non ha tenuto conto del concetto relativo di migliore.
Non mi ha permesso di stare nel sentire e di cogliere quegli aspetti di disagio che si sono palesati.
Ho preferito tenere fede all’intento iniziale e di questo mi scuso profondamente con le creature che, protagoniste di questa vicenda, mi hanno impartito questa lezione.
So che sul piano della mia coscienza era questo lo scopo finale di tutto il movimento ed è per questo che lascio andare con compassione il dolore che mi sta attraversando.
La Matrix che mi circonda si plasma e definisce se stessa nel punto di incontro del mio mondo di ombre e luci.
L’accettazione di questa manifestazione, per quanto dolorosa, è alla base dei movimenti della coscienza.
Guardando attentamente la realtà posso e possiamo scorgere, al suo interno, il movimento della Matrix.
La luna nuova in Scorpione e le Diable
Fermandoci a respirare, nei piccoli dettagli che l’assenza di pensieri permette di cogliere, possiamo scorgere la figura del diavolo dei Tarocchi che ci guarda sorniona, mettendoci alla prova.
Con la mano su quella maniglia della porta che ci separa dal nostro vero potenziale d’Amore.
(pubblicato 11.11 alle ore 11.01)

Percorso di Coaching evolutivo (60′)
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