La luna piena in Leone mi ha accompagnato, questa notte, e mi ha portato delle riflessioni a posteriori, aiutata da una canalizzazione durante un consulto. Non ero in grado di sostenerla, durante la sua potente manifestazione.
Stanotte ho avuto una congestione a causa di un blocco allo stomaco dovuto al freddo.
Lo stomaco è la sede del terzo chakra, il chakra dell’Io sono e del segno del Leone. Interessante che il disagio e il sintomo fossero legati proprio a questa area del mio corpo. Tra l’altro il freddo l’ho voluto io attraverso movimenti inconsapevoli e abbastanza scellerati in un momento in cui la temperatura è già sotto zero. Ora, parzialmente risolto il problema attraverso una manovra fisica violenta e rasserenata dalla possibilità di continuare a scrivere nei prossimi giorni, ho fatto alcuni collegamenti.
L’opposizione della Luna piena
Il primo è che la Luna piena in Leone si oppone ad un Sole in Acquario legato al mese più freddo dell’anno E, come tutte le opposizioni che si rispettino, la contrapposizione dei due elementi freddo/caldo non è certo casuale. La tonalità fredda del Sole in Acquario è anche una sua caratteristica energetica dalla quale derivano alcune modalità tipicamente acquariane quali il distacco, la razionalità, e anche una certa secchezza nella gestione delle emozioni. Al contrario il Leone, corrispondente al mese più caldo dell’anno, è conosciuto per la sua esuberanza, passione, irrazionalità.
Il tema mi tocca essendo un Sole in Acquario ed avendo un Ascendente in segno di fuoco e il Vertex, l’ascendente dell’ascensione, in Leone. Il conflitto che la Luna piena porta è il mio.
Ma è anche il conflitto di un mondo che si trova a fare i conti con le conseguenze dell’atteggiamento Leonino. Che sia di madre Terra, e rivolgo un pensiero pieno di compassione e di amore ai terremotati della Turchia e della Siria, o di un Presidente che si prende il diritto di decidere delle sorti di un popolo. L’egocentricità dei soggetti in questione si contrappone a chi subisce le conseguenze delle loro manifestazioni. Il tema è chiaramente il potere e come viene esercitato. Se come mezzo di espressione del singolo oppure a vantaggio del collettivo. Partiamo dal collettivo
La tribù e la famiglia
Oggi, durante una canalizzazione, sono stata istruita sull’importante differenza tra il concetto di tribù e il concetto di famiglia.
La differenza fondamentale, contrariamente a quanto il sentire comune farebbe pensare, è la mancanza nella tribù dell’elemento gerarchia.
Nella famiglia, micro rappresentazione dell’organismo di potere, la gerarchia è indiscussa e, in qualche modo, auspicabile laddove le coscienze arrivate più tardi, chiedano di essere guidate. Per inciso, sarebbe invece interessante aprire il tema di quanto i genitori possano guidare figli, incarnazione di anime più evolute che hanno scelto loro per venire al mondo. Un modello di famiglia acquariano dove è l’utilità del gruppo, o meglio il fine condiviso nel bene di ognuno, a diventare il perno decisionale.
Nel modello di tribù ancestrale la gerarchia non esiste. Il cerchio ne è la prova e le immagini che ci vengono rimandate di strutture nelle quali il re, il sacerdote, lo sciamano decidono arbitrariamente delle sorti del Popolo è già contaminato dal modello di potere gerarchico più attuale.
In realtà il vero concetto di tribù è proprio nell’aggregazione di soggetti, originariamente legati da vincoli di territorio o di sangue, nelle quali è il riconoscimento della peculiarità e della specificità del singolo individuo a fare la differenza. Ognuno degli appartenenti viene messo alla prova per poter esperienziare e portare con evidenza, nella tribù di appartenenza, il suo contributo.
Le figure di rilievo all’interno della tribù si caricano della responsabilità del loro ruolo, così come lo fa chi coltiva la terra o chi caccia, le donne che si occupano dei figli o l’anziana saggia che dispensa consigli. Ognuno nella tribù ha una sua collocazione di pari livello perché tutto è necessario al funzionamento del sistema. È chiaro che questa visione richiede il presupposto fondamentale della responsabilità di se stessi e dell’esercizio della libertà di espressione scevro dal giudizio esterno di posizionamento sociale.
Riconoscere al capo della tribù quel ruolo vuol dire riconoscergli la capacità di assumersi quella responsabilità di guida e seguirla per la scelta fatta. Non esistono privilegi che scaturiscono dal ruolo, ma esistono contesti che permettono l’esercizio di quella funzione.
La Luna piena in Leone e la manifestazione di sé
Dall’ottica di una Luna piena in Leone l’argomento è particolarmente interessante perché se ci guardiamo attorno, il problema è manifesto, evidente e di difficile soluzione se non ribaltiamo la prospettiva.
Pensare ad un terremoto come una semplice calamità naturale, vuol dire disconoscere il legame profondo che rende la Terra lo specchio del nostro mondo interiore. La Terra diventa in questo caso non più colei che si prende cura dei suoi figli in maniera amorevole e responsabile per il ruolo che ricopre, ma la generatrice di un processo di distruzione fondamentalmente basato sulla disparità delle forze. Ed altrettanto potremmo dire per la guerra, fino ad arrivare ad episodi di più bassa entità come le nostre relazioni familiari.
La quadratura con Urano in Toro, che spesso si manifesta con movimenti tellurici non necessariamente fisici, ma comunque energeticamente presenti e l’incontro con la Lilith in Leone, è proprio la manifestazione di un potere generoso, centrale e responsabile (l’energia del Leone risolta ed equilibrata con l’Acquario) che si oppone ad un potere dispotico, gerarchico e crudele che nel suo movimento genera scompensi energetici di grande entità (Lilith in Leone che incontra i sussulti di Plutone in Capricorno e i nodi karmici).
Il freddo dell’acquario mitiga, modera, blocca le tendenze espansionistiche e dominanti, nelle basse frequenze, del Leone riportando a quel concetto di tribù che rimette ognuno al proprio posto senza nulla togliere al proprio centro di valore, anzi valorizzandolo e rinforzandolo nell’ottica del contributo comune.
Ma finché non saremo in grado di leggere questo valore dalla prospettiva slegata da giudizi, condizionamenti e moralismi continueremo a sottostare al principio di gerarchia e le ottave manifeste di queste due energie, Acquario e Leone, non saranno altro che il conflitto tra gelo e fuoco, il conflitto tra cinismo e arroganza. Tutto espressione del conflitto tra il Noi e l’Io.
Il dialogo tra la libertà e il potere
Riflettevo sul senso di spazio che ho provato nel liberarmi dalla costrizione causata dal freddo intenso e sulla piacevole sensazione di sentire un terzo chakra liberato e nella possibilità di muoversi.
La morsa del potere autoritario che impedisce di esprimere noi stessi, e alla quale attribuiamo la colpa del nostro limite è la conseguenza, di non assumersi la responsabilità di chi siamo e di lasciare che sia il caso o l’inconsapevolezza a decidere i nostri movimenti.
La mancanza di presenza che la maggior parte delle scelte vede come orizzonte di riferimento è il primo ostacolo. Non assumersi la responsabilità della decisione primaria, proprio perché non si intende stare in ciò che sta avvenendo, comporta conseguenze non gestibili e al limite della sopravvivenza fisica e psichica.
È necessario cominciare a portare il concetto di tribù all’interno del nostro cuore riconoscendo il valore di sé. Il nodo nord in Toro ha lavorato su questi aspetti negli ultimi mesi, ma molte forze, che non hanno a cuore la crescita dell’umanità, hanno instillato paure di povertà e morte che gravano sul sentirsi autonomi e lavorano deprivando il concetto di valore interiore.
Riflessione
Personalmente, sento un terzo chakra che si chiude e si contrae come la non manifestazione di un potenziale. Mi interrogo su ciò che condivido con il mondo e su cos’altro potrei dare, cavalcando la mia Luce e la mia visione del collettivo. Sento le resistenze delle basse frequenze dell’energia leonina, ma mi accorgo di un movimento inevitabile, e condiviso con gran parte dell’umanità, di emergere e portare fuori se stessi. Saranno mesi importanti. Plutone in Acquario ci chiederà, quando entrerà definitivamente nei suoi 20 anni di regno dal 21 gennaio dell’anno prossimo, una revisione del concetto di potere.
Essere saldi e ben ancorati nel nostro valore e nella nostra luce farà la differenza.
Senti la canalizzazione
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