Sto male e voglio smetterla di stare così

Sto male

Sto male e voglio smetterla di stare così

Sto male e voglio smetterla di stare così. Che cosa devo fare? Quante volte questa domanda è rimbalzata dentro di te? E lo sai che la risposta è più semplice di quello che sembra?

L’unica cosa che ti permetterà davvero di uscire da quel malessere è il profondo desiderio di cambiare lo stato delle cose, paradossalmente aumentato dallo stato stesso.

E quel basta! che risuona così prepotente dentro di te. E la consapevolezza di quel “Sto male e voglio smetterla di stare così.

Un’altra cosa meravigliosa che devi sapere è che ogni cosa che fai, che contiene davvero questa intenzione, funziona. Dalla scelta di cambiare lavoro o fare un part-time, dalle lezioni di yoga in palestra ad un maggior contatto con la natura, fino al semplice ritagliarsi degli spazi.

La bellezza di questo processo è che “si muove” a prescindere da quello che noi percepiamo in termini di risultato, proprio come risposta alla vera intenzione dell’Anima.

Da una parte ritengo che questa parte di inconsapevolezza sia vero oro. La nostra mente, per quanto brillante ed espansa, non potrebbe mai concepire le infinite strade che si possono aprire davanti a noi.

Idee e convinzioni limitanti, educative e culturali e sociali non ci permettono di prendere in considerazione modelli e novità non comprensibili o, secondo la nostra limitata visione, alla nostra portata.

E questo meraviglioso percorso di guarigione sottile procede, dentro di noi, scavando tunnel sotterranei che creano instabilità e fragilità nei meccanismi consolidati e negli schemi.

Parlando ieri con una cara amica, profondamente coinvolta in un processo di trasformazione radicale, notavo come questo lavoro, “nonostante lei”, come ama dire) abbia portato dei risultati esterni.

Risultati così evidenti da sconfessare anche il suo ricorrente pensiero che le cose siano sempre uguali e che quel “sto male e voglio smetterla di stare così” non accadrà mai.

Come accorgersi del cambiamento.

I lavori energetici sono a volte un po? caotici, un po? insensati, ma se si affrontano sotto la spinta ineludibile di cambiare e uscire dalla sofferenza che le ferite emotive creano, limano, sbriciolano, forano le vecchie corazze, permettendo la fuoriuscita del dolore in maniera graduale.

E così, giorno dopo giorno, il dolore come una nebbia si alza, fino a consentire di individuare il blocco emotivo sul quale si è pronte ad avviare un processo di integrazione e di dissoluzione.

Altra cosa importante, la rabbia assume forme completamente diverse. La reazione reattiva, necessaria a depotenziare l’acuto del dolore, diventa semplice e trasparente manifestazione di un bisogno non soddisfatto e la minore pressione del dolore, fa vedere la sequenza logica degli eventi.

Alla fine, quello che rimane da fare, è il passaggio consapevole da una dimensione, morta, sterile, esaurita ad una dimensione viva, energetica, creatice.

Quello che fa la differenza, in questo passaggio è rendersene conto.

Attivare il Cor-aggio per accettare la nuova forma e concedersi la possibilità di GUARIRE e RINASCERE.

Stefania Paradiso

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