Continuiamo il nostro percorso 22 arcani x 22 giorni esplorando il rapporto tra Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia e il Coronavirus con L’Hermite
È l’Arcano n. VIIII degli Arcani maggiori dei Tarocchi. Sottolineo in questo arcano una caratteristica evidente che ci accompagna nelle nostre riflessioni e cioè il modo in cui vengono scritti i numeri. Rispetto ai numeri romani che vengono utilizzati, in questo percorso si procede sempre per sommatoria. Il IX romano viene sostituito da VIIII e questo ad illuminare il significato di percorso di crescita che ogni arcano ci propone rispetto a ciò che lo precede.
L’Hermite è una carta lenta, che ci chiede, prima di fare il passaggio nella Ruota della Fortuna che lo segue, di verificare bene il nostro stato dell’arte. Di confrontarci con La Justice e, in un’analisi minuziosa e approfondita di ciò che abbiamo visto di noi, trovare quei punti di equilibrio che nella prossima sequenza energetica, dall’XI al XX, metteremo in gioco. Di utilizzare il processo di crisi che questa carta esprime, come qualcosa che in un processo di raffinazione di quello che ho scoperto di me, mi cesella e mi definisce sempre di più. Con tutto il tempo necessario.
È quindi una carta faticosa, che non fa sconti e come Saturno che ben rappresenta, si propone come obiettivo di verificare e consolidare la nostra struttura. Per prepararci all’incontro con la sua complementare, l’Arcano senza nome, che ci chiederà proprio di restare solo con quella Verità di noi stessi, nuda e cruda.
Ho scelto quindi poche parole chiave di questo archetipo, tra cui solitudine e segreto. Ma cominciamo con il suo nome.
Hermes
Hermes è una delle divinità più conosciute e più apprezzate del Pantheon e il suo ruolo principale è essere messaggero degli dei. In questo ruolo è libero di viaggiare tra cielo e inferi e da questo punto di vista ci richiama Le Chariot in una forma più evoluta. Si scende agli inferi strutturando la capacità di elaborare ed integrare aspetti ombra e li si contiene grazie al II che insieme al VII compone la carta. E questa capacità è sostenuta dal’archetipo de La Justice che mi dona una struttura in grado di integrare, in autonomia, questi aspetti.
Quando parlo di autonomia mi riferisco alla posizione de L’Hermite come simbolo dell’albero genealogico e delle sue inevitabili contaminazioni. L’aspetto empatico che ne La Justice prende forma, ci porta a metterci in gioco per lavorare tratti dell’albero genealogico che abbiamo deciso di integrare. Questo in una prima forma di servizio che si esprime verso i nostri antenati, rappresentanti dell’anima collettiva, seppur in un rapporto più stretto legato alla genetica.
Sento l’influenza del mio albero genealogico nella mia vita? Quali tratti ho lavorato e quali sento di dover affrontare?
Saggezza

La saggezza è una particolare connotazione o capacità propria di chi è in grado di valutare in modo corretto, prudente ed equilibrato le varie scelte e opportunità della vita, optando di volta in volta, innanzi alle varie perplessità, per quella che si riconosce essere quella più proficua secondo la conoscenza, alla luce della ragione e dell’esperienza, e comunque in aderenza alla morale e all’etica vigenti possibilmente in ogni tempo e in ogni luogo.Qual’è la differenza tra saggezza e sapienza?
da Wikipedia
Questa definizione di saggezza è una sintesi de L’Hermite e una ulteriore conferma dell’importanza di considerare il mondo intorno a me, in quella sintesi tra etica e morale che ne La Justice rappresentava uno snodo fondamentale di conoscenza di sè.
La saggezza è morbida, deriva dal proprio percorso di Vita e tiene conto della molteplicità di elementi interiori e dei loro inevitabili conflitti.
Che rapporto ho con la saggezza? Mi sento saggio o penso che non sia alla mia portata esserlo?
Sapienza
Cosa diversa è la sapienza, che viene ben rappresentata da La Papesse, arcano che nel Percorso del Bagatto si pone al di sotto de L’Hermite nella fila della materia, a sottolineare un aspetto più concreto e teorico della conoscenza. Questa differenza dà valore al percorso della Vita e al contenuto di conoscenza che l’esperienza ci dona in quel progressivo disvelamento di noi che troverà manifestazione finale ne La Maison Dieu, ultima carta della 2^ fila del Percorso del Bagatto.
La saggezza ha anche una frequenza energetica diversa dalla sapienza che spesso è un mezzo utilizzato per il riconoscimento. La saggezza ha in sé quel Cuore che la sapienza può non esprimere, e da questo punto di vista aumenta l’efficacia della trasmissione di concetti, che si sentono appartenere ad un processo interiore e non solo ad un processo mentale.
Possiamo qui pensare a L’Hermite come al prodotto di un Empereur e di un Pape equilibrati che mi permette anche di emanare frequenze di un certo tipo. E su questo argomento ci sono due belle domande da porsi.
Perché mi sento un pesce fuor d’acqua quando esprimo la mia sapienza? Perché noto la differenza tra me e gli altri rispetto ai miei percorsi di crescita?
Guarigione
Altro elemento che richiama Hermes è il bastone del caduceo che lo rappresenta e che troviamo in questo archetipo nel bastone sul quale si appoggia.
Il caduceo è un bastone che rappresenta l’energia della guarigione intesa come capacità di integrare l’esperienza che la vita ci porta per evidenziare gli aspetti da rimettere in equilibrio.
In questo archetipo la mano celeste che poggia sul bastone illustra la capacità de L’Hermite di accogliere la malattia come dono del cielo. E quando parlo di malattia non intendo solo quella fisica, ma tutto ciò che non consente una espressione equilibrata di noi stessi e che, in questo punto specifico del percorso, si manifesta anche come irretimento dell’albero genealogico.
È solo quando abbiamo cominciato a capire chi siamo che possiamo riconoscere le interferenze in questa struttura e utilizzare ciò che conosciamo di noi per affrontare il processo di integrazione.
Qual’è il mio rapporto con la malattia? In quale esperienza ho sentito chiaramente che la malattia è stata una occasione di crescita?
Solitudine e isolamento
L’etimologia della parola solitudine è a sè stante, sintomo di una individualità che sceglie di conoscerci. Cosa ben diversa dall’isolamento, quale condizione fisica che ha a che fare indirettamente con la solitudine. Il loro uso come sinonimi svela chiaramente l’uso disfunzionale che si fa della parola solitudine.
E il tema del Coronavirus si impone data la condizione di isolamento che ci chiede di vivere. Non posso esimermi dal leggere la domanda sottesa.
Non è che questa esperienza ci sta dando l’opportunità di connetterci a delle parti di noi che avevamo perso nel mischiarci per non guardarci? Ma la Justice si forma grazie al mio sistema di valori, all’incontro con il mio Cuore. Ma se non creo questo contatto con il Cuore, utilizzando questo spazio, come faccio a trovare queste parti di me?
È interessante valutare il prima e il dopo da questa prospettiva. L’Hermite consente un processo di riscrittura dell’interiorità così da arrivare nella Ruota della Fortuna davvero pronti ad effettuare quel cambiamento di frequenza che quel punto del percorso richiede.
Quanto la mia confusione con il collettivo è stata una fuga da me? Quanto l’aspetto edulcorato del gregge mi porta ad accettare la perdita della mia individualità?
Morte e solitudine
Altro tema difficile è accostare il tema della morte a quello della solitudine. Come già segnalato L’Hermite e l’Arcano senza nome insieme danno somma 22, a segnalare la loro perfezione di coppia.
Nasciamo soli, viviamo soli e moriamo soli. Solo attraverso l’amore e l’amicizia possiamo crearci l’illusione di un momento che non sia di solitudine. (Orson Welles)
Questa affermazione contiene una Verità e una distorsione molto forte nel modo in cui la solitudine viene passata. In realtà la morte segna la fine di un percorso illusorio in termini metafisici. L’amore e l’amicizia sono due vie di esperienza necessaria in quella modalità di confronto/specchio che utilizziamo per conoscerci, richiamando La Justice.
E abbiamo bisogno della solitudine come momento di sintesi interiore, e possiamo valutare diversamente la costrizione esterna, sentendola come opportunità fino ad arrivare, per alcuni di noi, a un vero e proprio dono.
Altra faccia della paura di morire è la paura di vivere, legata al rapporto tra L’Hermite e La Justice, e molto presente in questo momento. La paura di vivere chiama in causa il passaggio da Le Bateleur, potenzialità totale delle nostre risorse, a La Justice come passaggio per equilibrare le risorse che abbiamo fino a quel momento messo in gioco.
Paura di morire e paura di vivere. Riflettiamoci su senza timore e scriviamo cosa muove dentro di noi.
L’atto di responsabilità
Questo movimento richiede un atto di responsabilità nella scelta di mettersi in gioco per sviluppare le risorse.
E nel processo di definizione che nel dialogo tra La Justice e L’Hermite si crea, la paura di morire e la paura di vivere sono passaggi obbligati che mi permettono di disancorarmi dai meccanismi che mi difendono o da una paura o dall’altra. Facce opposte della stesso aspetto cioè la negazione di sè.
E chiudo sottolineando che nel confondersi del gregge pre-Coronavirus la paura di vivere, opportunamente mascherata, la faceva da padrone cavalcando la difficoltà di individuarsi, accettando se stessi e mostrandosi per quello che si è con coraggio e consapevolezza.
Il segreto de L’Hermite
La parola segreto ne L’Hermite si è sufficientemente svelata se consideriamo che oggetto del movimento de L’Hermite siamo noi.
Svelare noi stessi è lo scopo di questo archetipo e, spesso, prima di svelare la nostra Verità dobbiamo rimuovere, come in una matrioska, i diversi aspetti che ci arrivano dai vissuti familiari e genealogici.
Il segreto è istintivamente valutato come pericoloso, altrimenti non sarebbe tale. Ma l’ampiezza del segreto è notevole perché possono essere segreti di tesori o di ombre terribili.
Se restiamo nel segreto è perché fondamentalmente non ne sosteniamo l’esposizione e questo in entrambi gli stati di alto e basso. Per questo quando il segreto viene svelato il cappello de L’Hermite può essere letto come una cornucopia, perché siamo noi stessi a determinare il grado di abbondanza nella nostra vita.
Più ci sveliamo e ci mostriamo, con l’accettazione di ampie parti di noi, più utilizziamo quel potenziale de Le Bateleur e onoriamo la sua missione d’incarnazione. Certo questo può renderci anche antipatici verso chi non ha lavorato su alcuni archetipi interiori, ma l’energia si muove in maniera automatica e se le frequenze non vibrano più allo stesso livello, accettare che il cambiamento può allontanarci da situazioni o persone è un passaggio importante.
Quali sono i miei segreti? Cosa succederebbe se svelassi parti di me di cui mi vergogno, o altre di cui non mi sento degno?
La lettura della stanza
Come sempre queste stanze ci donano visioni illuminanti e potenziano l’idea di un lavoro profondo che questo percorso ci sta permettendo di fare.

L’Hermite ci chiede un lavoro finalizzato al nostro processo di individuazione, indispensabile per entrare in relazione sana con gli altri come espressione di parte di noi. Inoltre L’Hermite e Le Soleil sono in relazione tra loro con la X, proprio a segnalare quel cambio di frequenza che il lavoro di introspezione ci permette di fare.
L’Imperatrice a rovescio è la comprensione puramente razionale che è necessario osservare e compensare con una Luna che aumenta la componente empatica del percorso dell’Anima.
Vedere la lettura equilibrata del difficile arcano de L’Hermite tra Sole e Luna è davvero un bellissimo orizzonte e una promessa di realizzazione personale proprio grazie al processo di assunzione di responsabilità.
Se vuoi ascoltare l’audio della stanza de L’Hermite
Proseguiamo il nostro cammino con l’archetipo de La Roue de Fortune. Per iscriverti alla stanza di oggi vai qui

Mandala Tarologico® (90′)
Il Mandala Tarologico® utilizza il Tarocco nella sua accezione di archetipo, palesando le 22 Parti che ci rendono unici ma non immodificabili, agevola il passaggio dal determinismo dato dalla personalità e dalle eredità familiari, al libero arbitrio.
Comprendere le cause che determinano le nostre azioni e gli accadimenti della vita non sempre è facile, riuscire a trasformarle in risorse è ancora più difficile.
Si tratta di un percorso formativo ed esperienziale di evoluzione e ricerca nel quale riconoscere le lealtà transgenerazionali, il progetto senso familiare, i limiti autoimposti, per giungere ad una espressione indipendente della vita.
Tutti gli elementi che emergeranno acquisteranno una nuova dimensione dentro di te. Saranno dei segnali stradali dei quali non potrai più disinteressarti. E ti aiuteranno, di volta in volta, a comprendere, rispetto a quella tematica, cosa sta succedendo.