XVII – L’Etoile

XVI-LEtoile

Continuiamo il nostro percorso 22 arcani x 22 giorni esplorando il rapporto tra Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia e il Coronavirus con XVII – L’Etoile

XVII – L’Etoile è l’Arcano n. XVII dei Tarocchi di Marsiglia e ci stiamo avvicinando alla conclusione del percorso. Dopo il fragore de La Maisond Dieu, questo arcano ci porta in un’atmosfera completamente opposta dove le immagini della natura ci parlano di bellezza e armonia.

Una donna in ginocchio vicino ad una fonte che scorre, in una notte stellata con un uccello sullo sfondo. Il gorgoglio dell’acqua, il canto notturno dell’uccello, il suono primordiale delle stelle. L’atmosfera è rarefatta, silenziosa. Siamo nell’Eden, nell’aspetto complementare del fuoco de La Maison Dieu.

Il suono

XVII – L’Etoile è una carta molto forte all’interno del Percorso, nonostante la sua iconografia la faccia amare molto. Lo è, perché come tutte le carte di questa fila, è fortemente ambivalente nei suoi significati equilibrati e distorti. Archetipi interiori difficilmente comprensibili a livello razionale, che però evocano in noi collegamenti ancestrali e ricordi dell’Anima che parlano a livelli diversi da quelli della coscienza ordinaria.

È una carta il cui suono è il silenzio, e in particolare, il silenzio interiore. La bocca disegnata sulla pancia che presenta un accenno di gravidanza in alcuni mazzi è aperta, a simboleggiare che qui si parla attraverso le opere e non le parole.

È la sua complementare ad occuparsi di questo aspetto, cioè Le Pape, che saldamente ancorato alla materia può tentare di convertire gli alti messaggi di questo Archetipo in parole accessibili, concetti comprensibili. Per quanto possibile.

È una carta muta in qualche modo, ma questo mutismo ci parla anche dell’altezza della carta. Altezza che può diventare un baratro quando la connessione che esprime non sia contenuta ed espressa in maniera equilibrata.

La stella

XVI-LEtoile
XVI-LEtoile

La traduzione del cartiglio in Stella è avvalorata dall’immagine di sette stelle più una centrale.

La stella centrale, ad otto punte, è tradizionalmente associata a Venere, custode del Cuore e dell’Amore. Ed è interessante vedere come l’elemento dell’Athanor diventi sempre più evidente ed integrato nella forma. Dall’athanor chiuso de Le Diable, a quello aperto de La Maison Dieu, alla rappresentazione carnale attraverso il simbolismo della donna sotto la stella.

Se la stella rappresenta il cuore, allora possiamo leggerla anche come stella polare. Le sette stelle rappresentano le Pleiadi, il piccolo carro e la polare si individua grazie al Grande Carro. Un sistema di coordinate interiori per indicarci la strada.

Una strada che si svolge nel buio, con segnali sottili e che richiedono una grande capacità di ascolto. L’udito è il senso che si usa di più per orientarsi di notte e questo archetipo ci dà l’orientamento notturno, dove non si vede bene e si ha bisogno di una voce che guidi.

E che, nel buio, ci dia anche la speranza di arrivare a destinazione.

La speranza è un grande tema di questo archetipo e richiama la preghiera de La Temperance. Qui, però, abbiamo una consapevolezza in più, quella dell’Unione con la fonte. La parola di questo archetipo descrive in un unico svolgersi sia la stella sia la fonte.

Veniamo da polvere di stelle, e polvere di stelle ritorneremo ad essere

Margherita Hack

Qual’è il tuo rapporto con questa dimensione? Quanto ti senti connesso alla fonte originaria?

L’abbondanza de L’Etoile

È un arcano notoriamente associato al denaro, oggi per noi simbolo di abbondanza. Ma è quest’ultima la parola che a mio avviso le si addice di più. E lo è come conseguenza del posto che occupa nel Percorso del Bagatto.

La colonna che occupa passa dalla mente creativa dell’Imperatrice, ancorata alla realizzazione dell’Imperatore, alla mente indipendente dell’osservatore de La Roue de Fortune, fino ad arrivare ad una mente libera e pronta ad esprimere la propria potenza nella materializzazione di pensieri puri. Nell’Eden siamo connessi alla Fonte, siamo tornati a casa e, simili a Dio, possiamo co-creare la nostra realtà. E questa creazione è in linea con l’Amore e L’Etoile la dona al mondo attraverso il gesto del versare acqua nella Fonte.

Un’acqua che è colorata della sua essenza. È gioia, bellezza, armonia e abbondanza.

Non ci sono interferenze, blocchi, condizionamenti, credenze che spingono per creare una realtà che ci porti conflitti da integrare e risolvere.

Proprio una condizione idilliaca, realmente molto lontana dal nostro grado di evoluzione attuale, che richiede ancora molto lavoro di integrazione e purificazione.

La percepisco di più come una aspirazione ad essere, proprio una stella polare che ci indica la direzione e un monito a ricordarci quanto sostituire la Fonte con surrogati vari, facilmente forniti da chi aspira al potere dominante, possa essere dannosa.

La fuga

Quando questo archetipo lavora sbilanciato la Fonte diventa lontanissima o illusoria. Ed è facile agire con meccanismi di fuga dalla realtà, attraverso atti spirituali come l’ascetismo o l’infatuazione per vari movimenti spirituali fino alle sette, o atti materiali come l’uso di droghe o il rifiuto della dimensione fisica fino alla perdita di se stessi.

Questi comportamenti esprimono un grande dolore per non poter contattare la Fonte e quindi evidenziano anche il potenziale di contatto esistente. Ma, non possiamo dimenticarci di essere incarnati e di dover realizzare qui, sulla Terra, quell’abbondanza di cui parlavamo prima.

Risulta allora evidente come la fuga sia anche espressione di un senso di incapacità, o ancor più di indegnità, rispetto al compito. E questo non può che avere origine nel nostro vissuto infantile e nel contesto familiare, che a sua volta è influenzato dagli alberi genealogici di provenienza.

Epigenealogia

L’epigenetica e la conseguente epigenealogia che ne allarga l’ambito alla componente energetica degli alberi genealogici, ha aperto le porte ad una comprensione logica della difficoltà di connessione alla fonte.

Difficoltà che, sottolineo a costo di essere ripetitiva, è funzionale al Progetto dell’Anima e non frutto di sfortuna o casualità. Ma tant’è che in un momento di crescita evolutiva così rapida per l’umanità, è particolarmente evidente la possibilità di accedere alle cause di queste difficoltà così da potersi attivare per la risoluzione, in nome del libero arbitrio e dell’atto di responsabilità.

L’iconografia de L’Etoile ci parla di un aspetto molto importante di questo processo.

Le stelle sopra di lei sono il fuoco, cioè la componente energetica. Sotto di lei c’è acqua, emozioni e memorie, e terra, densificazione nella materia. Rimane l’aria, che lei rappresenta, come sinonimo di consapevolezza e uso della mente superiore per lavorare su quelle stelle. Che una volta ripulite permetteranno di riversare nella Fonte acqua come puro desiderio e terra come frutto della creazione.

Nella ricerca genealogica, i sintomi ci aprono all’esplorazione, ma è il lavoro de La Justice e de L’Hermite ad indicarci la via. La loro somma fa XVII, sottolineando come il lavoro di revisione e indagine sull’esperienza sia la via per accedere a L’Etoile e attivare il processo di purificazione. Spesso, già la sola consapevolezza attiva processi di guarigione importanti. Portando luce su ombre di cui ignoravamo l’esistenza.

Il Servizio e l’umiltà de L’Etoile

L’atto di servizio che L’Etoile esprime inginocchiandosi è quindi anche il servizio all’Anima collettiva attraverso il lavoro sull’albero genealogico.

È l’espressione della Volontà Buona che mette a servizio degli altri i talenti liberati ne La Maison Dieu, talenti che, mi piace ricordare, non rappresentano quello che sai fare, ma quello che sei.

L’aspetto della purezza di questa carta ci fa capire come l’atto di servizio sia tale solo quando c’è davvero un flusso naturale tra essere e dare, nella consapevolezza che si può donare con generosità grazie alla connessione alla Fonte, dove le risorse non sono più scarse e limitate.

La capacità di ricevere qui è implicita è sintonizzata sulla stessa frequenza, ma sarà la Luna a parlarcene più nel dettaglio.

D’altronde come ne La Maison Dieu è saltato alla ribalta il tema della superbia, qui non possiamo non parlare dell’umiltà da humus, fertile. Questa umiltà la vediamo nella Natura che permea XVII-L’Etoile, espressione dell’umiltà e dell’abbondanza di Madre natura. La vediamo nell’inginocchiarsi ad un disegno più grande e quel naturale servire che, non a caso, abbiamo già incontrato, in quell’Eccomi de La Roue de Fortune.

Qual’è il tuo rapporto con la parola servizio? Cosa intendi per servizio e come lo esprimi nella tua vita?

La ferita del femminile

Nel caso di disequilibri energetici, il servizio può essere utilizzato come mezzo funzionale ad ottenere altro e, in particolare, attenzione e riconoscimento.

E qui apriamo l’ultimo tema di questo Archetipo cioè quello della ferita dell’energia femminile.

Una donna nuda da sola di notte, ci mette immediatamente a contatto con il tema della vulnerabilità, un tema che riguarda uomini e donne. Una vulnerabilità che, in mancanza di connessione alla Fonte, chiede protezione.

Un breve cenno all’interazione con ciò che ci circonda. Se manca la connessione con la protezione dei piani alti la cercheremo nei piani bassi, e in cambio di essa saremo pronti ad inginocchiarci.

Senza nessun giudizio verso chi, trovando in questo contesto una nuova esperienza per rivivere la propria ferita, sarebbe interessante valutare la propria capacità di orientamento in una situazione buia, come in particolari momenti è stata, rispetto alla scelta di una direzione/protezione esterna in cambio dell’accettazione di limiti, o peggio ancora, di adesione incondizionata.

Svalutazione e disistima

Qui la complementarietà delle carte V e XVII si esprime in maniera chiara evidenziando un rapporto distorto tra una figura protettrice, che non c’è stata, e l’atteggiamento conseguente de L’Etoile cioè la sottomissione o l’evasione, cioè la fuga. Due modalità che hanno a che fare con la paura di morire.

Se XVII-L’Etoile non è connessa le distorsioni che può manifestare sono molte, ma il tratto comune è la svalutazione di sè e il profondo senso di solitudine che, pur di essere colmato, porta ad atti di servilismo fino alla sottomissione vera e propria.

Facendo emergere un bambino interiore che esprimerà ferite di rifiuto e abbandono e conseguenti maschere da fuggitivo o dipendente. Tratti comuni lo ricordo, agli uomini e alle donne. L’energia ricettiva e introspettiva femminile ha bisogno di essere accolta da un maschile che protegga e si assuma la responsabilità della sua manifestazione.

E l’Archetipo lo esprime chiaramente questo bisogno realizzato nel Percorso del Bagatto. La precede La Maison Dieu, maschile, ed è seguita da La Lune, del femminile.

Lei vulnerabile e dolce al centro si preoccupa, così accolta e accudita, di essere al servizio della Fonte.

Se vuoi ascoltare l’audio della stanza de L’Etoile

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